Ascolta la corrispondenza con una compagna che ci racconta come procede l’occupazione di Casa Libera Tutte.
Giovedì 19 maggio – ore 14.30
PRESIDIO SOTTO L’ASSESORATO PER LA CASA
via della Moletta (dietro il mercato di Garbatella)
Dopo cinque giorni di occupazione stiamo ancora resistendo e vivendo nella ex scuola elementare “Giulio Verne” (in via dei Tordi 38) !!
Lo stabile che abbiamo liberato sabato 14 maggio è infatti una scuola che, fino a due anni fa, era frequentata dai bambini e bambine del quartiere. Poi il Comune di Roma ha deciso che non c’erano più bambini e che la scuola poteva essere chiusa. I bambini però ci sono ancora,se è vero che, lo scorso dicembre, il comune ha espresso la volontà di concedere lo stabile ai privati per trasformarlo nell’ennesima scuola privata.
Noi rifiutiamo la logica della privatizzazione degli spazi pubblici, la loro messa a profitto a favore di speculatori e interessi privati.
Per questo l’abbiamo occupata, per sviluppare al suo interno il nostro progetto socio-abitativo.
Da sempre le donne sono determinanti e determinate all’interno della lotta per abitare.
Scegliamo!
Ci prendiamo una casa per tutte, uno spazio che risponda al nostro bisogno di casa con la nostra specificità: vivere il nostro quotidiano tra donne. Casaliberatutte è la soluzione che abbiamo scelto, per reagire alla crisi che ci vorrebbe lavoratrici ed allo stesso tempo madri a casa . Questa casa è l’autodeterminazione che mettiamo in pratica per far fronte alla mancanza di questo stato e dei servizi sociali che ci dimostrano la loro inefficenza e incapacità nel rispondere ai bisogni delle donne.
Le case-famiglia sono strutture non accoglienti costrittive e solo un tampone temporaneo.Come le case rifugio per chi lotta per uscire dalla spirale della violenza.
Vogliamo costruire spazi autogestiti in cui sostenere e reinventare le nostre esistenze.
Una casa dove autodeterminare e reinventare la nostra vita giorno dopo giorno, libere da ricatti economici, politici, culturali, familiari.
Una casa aperta al quartiere e alla città, dove intrecciare percorsi di lotta e di vita differenti, e costruire reti di solidarietà, informazione e resistenza. La fisicità di un luogo e la possibilità di sperimentazione sociale collettiva contro le logiche autoritarie sono centrali per i percorsi di rafforzamento e di autonomia delle donne.