Difendiamoci dai difensori

bologna manifesto 15feb2013

Bologna – venerdì 15 febbraio h.18 ci troviamo in piazza san francesco

Venerdì 17 gennaio alla fine di una serata passata al Pratello con alcuni amici, tre compagne sono state fermate da presunti digossini che non si sono identificati. Erano le tre di notte e dopo qualche spintone e l’allontanamento di un loro amico dal gruppo, sono accorse tre volanti della polizia. Accerchiate da quindici poliziotti, le compagne sono state insultate, maltrattate, palleggiate e caricate di forza nelle macchine, per raggiungere la questura, ree di avere chiesto alla digos di identificarsi per poter poi mostrar loro i propri documenti. Leggi tutto “Difendiamoci dai difensori”

L’Aquila: ultima udienza del processo contro il militare stupratore

Ascolta il resoconto [dura 6′].

Inoltre, sono arrivate minacce anonime all’avvocata del centro antiviolenza per aver difeso e sostenuto come parte civile la giovane donna.

Ecco il comunicato delle compagne:
Esprimiamo la nostra solidarietà all’avvocata Simona Giannangeli per le pesanti minacce ricevute in seguito alla condanna del militare Francesco Tuccia per stupro e lesioni gravissime: “Ti passerà la voglia di difendere le donne […] Stai attenta e guardati sempre le spalle, da questo momento questo posto non è più sicuro per te”. Leggi tutto “L’Aquila: ultima udienza del processo contro il militare stupratore”

L’Aquila, 31 gennaio: ultima udienza del processo contro il militare stupratore Francesco Tuccia

Ascolta in collegamento con l’avvocata del Centro antiviolenza de L’Aquila, che è parte civile.
I collettivi femministi e lesbici e le associazioni di donne saranno presenti, come sempre, in sit-in davanti al tribunale dell’Aquila giovedì 31 gennaio [dura 8′]

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Seguono alcuni comunicati che indicono il presidio per il 21 gennaio davanti al Tribunale dell’Aquila:

La violenza degli uomini sulle donne ci riguarda tutte e insieme rompiamo il silenzio

Si svolge oggi, 31 gennaio 2013, la quarta udienza del processo che vede imputato di stupro e tentato omicidio il militare Francesco Tuccia.
Questo processo si è svolto a porte chiuse e noi abbiamo presidiato questo tribunale ogni volta per dire che la violenza ci riguarda tutte.
Siamo qui anche per dire a lei che è forte, coraggiosa e bella. La sua forza parla a tutte noi.
In questa situazione ha contribuito a rompere il silenzio e creare solidarietà.
La violenza degli uomini sulle donne è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne tra i 14 ed i 66 anni.

MA LA VIOLENZA NON È IL NOSTRO DESTINO.
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Solidarietà e sostegno a Pinar Selek

CHIEDIAMO MASSIMA DIFFUSIONE – E’ IMPORTANTE CONDIVIDERE SUI SOCIAL NETWORKS, MANDARE EMAIL AI GIORNALI, SCRIVERE UNA LETTERA DI SOSTEGNO A PINAR SELEK, RICHIAMARE L’ATTENZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA E DELLA STAMPA DI TUTTO IL MONDO

 Pina Selek
CHI E’ PINAR SELEK? Pınar Selek è sociologa, femminista, antimilitarista e attivista per la pace che sta per essere nuovamente portata a giudizio in Turchia, nonostante sia stata precedentemente assolta ben due volte.
Pınar Selek ha dedicato la sua vita alla lotta per i diritti dei gruppi emarginati ed oppressi, si trova adesso ad affrontare una richiesta di condanna a 36 anni di reclusione in Turchia, avanzata dal 9° Dipartimento Penale della Corte d’Appello.
Pinar è diventata bersaglio della repressione turca a causa di una ricerca sociologica condotta nel 1996 sulle condizioni del conflitto armato tra la Turchia e il Kurdistan e le possibilità di soluzione. Nel 1998, quando viene fermata dalla polizia Turca, Pinar ha nella borsa i colloqui con alcuni militanti curdi, l’ultimo progetto a cui sta lavorando.

COSA E’ SUCCESSO A PINAR? La polizia la ferma, requisisce le registrazioni, vuole i nomi delle persone intervistate. Lei si difende, invocando il segreto professionale. Una spiegazione insufficiente per la giustizia turca: seguono otto giorni di tortura, un’accusa di terrorismo e due anni e mezzo di carcere.

ORA PINAR RISCHIA 36 ANNI DI CARCERE.
Il 13 dicembre 2012 c’è stato l’ultimo atto di questo processo che ha visto l’ennesimo rinvio al 24 gennaio 2013, alle ore 10 presso la 12° Sezione della Corte Penale di Istanbul, con la richiesta illegittima di una nuova condanna a 36 anni di carcere per Pinar, nonostante le precedenti assoluzioni.Pınar Selek stava per finire la sua ricerca sulle conseguenze e gli effetti della guerra civile in Turchia, che per decenni aveva causato numerose vittime e sofferenze al paese, quando si è vista coinvolta in una conspirazione che la accusava di avere messo una bomba al Bazar delle Spezie di Istanbul. Ha trascorso due anni e mezzo in prigione e altri 11 anni nelle aule dei tribunali. Benché fosse stata assolta due volte, ha dovuto sopportare continue accuse che la tacciavano di essere una “terrorista”. La sua maniera di rispondere a questi attacchi era l’unica che conosceva: con la conoscenza, l’amore e le sue esperienze di vita. 
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Violenza maschile, minacce poliziesche e giudici ideologici

Violenza maschile, minacce poliziesche e giudici ideologici: e la solidarietà tra compagne dove è andata a finire?
Ascolta la storia di una compagna
[dura 18′]

Violenza maschile, minacce poliziesche e giudizi ideologici: e la solidarietà dov’è andata a finire?

(storia di una compagna)

Una compagna di Reggio ha intrattenuto una relazione con un ragazzo, Hamdi Abderrahim (che chiameremo lo stronzo), inizialmente felice ma poi trasformatasi in un incubo.

L’incubo è iniziato quando lo stronzo, vedendosi rifiutata una richiesta di denaro, ha reagito dandole una testata alla quale è seguita una querela per percosse.

Successivamente la compagna ha saputo dai suoi vicini di casa che lo stronzo aveva umiliato il figlio di lei davanti a tutti mentre giocava con altri bambini, con offese del genere: “Sei un handicappato”, “Sei un bambino di merda”, “Sei figlio di un bastardo”. Al che la compagna lo ha querelato per maltrattamenti su minore.

Dopo un breve periodo lo stronzo si è ripresentato a casa di lei chiedendo altri soldi e al rifiuto ha risposto spaccandole il naso.

Ma l’episodio culmine è avvenuto quando lo stronzo ha tentato di ucciderla buttandola fuori strada con la macchina. Per fortuna lei è ancora viva ma con una vertebra incrinata che avrebbe potuto portarla alla perdita dell’uso delle gambe. La denuncia è partita d’ufficio perché la prognosi superava i 21 giorni; le indagini sull’“incidente” sono ancora in corso e lo stronzo ha avuto la faccia tosta di controdenunciarla dichiarando che lui avrebbe tentato di salvarla mentre lei si buttava fuori strada. Leggi tutto “Violenza maschile, minacce poliziesche e giudici ideologici”

Appello per Pinar Selek

A seguito dell’ultima udienza del processo a Pinar Selek (la nostra compagna femminista antimilitarista turca in esilio), il comitato francese ha lanciato una mobilitazione con l’invio di mail e fax di solidarietà!

L’udienza del 22 novembre si è conclusa con una decisione scandalosa: il tribunale della Corte penale di Istanbul ha annullato l’assoluzione che lui stesso aveva pronunciato il 9 febbraio 2011. La riapertura del processo è fissata per il 13 dicembre.

I comitati di solidarietà con Pinar Selek hanno deciso di intasare la posta del presidente del Primo Ministro e del Ministro della Giustizia turchi. Ci chiedono di inviare 3 e-mail e 3 fax (non tutte hanno un fax, ma lo si può mandare con facilità da un internet point).

Qui trovate le lettere da inviare con i numeri di fax e le mail che abbiamo preparato:
Primo Ministro, Ministro della Giustizia, Presidente.

Se potete inviarci una mail a solidaritepinarselek.france@gmail.com per comunicarci cosa avete scritto nelle vostre lettere, questo ci darà più forza per continuare!

Pinar Selek non è sola!

Maggiori info:

Comitato di solidarietà con Pinar Selek in Francia

Blog di solidarietà con Pinar Selek in italiano

Manifesto di lotta contro la violenza maschile sulle donne

La nostra analisi della violenza maschile sulle donne è radicale, nel senso che ne indaga le radici, il percorso alle nostre spalle è lungo e approfondito, le nostre pratiche sono conflittuali.

In Italia un giorno sì e uno no un uomo uccide una donna.

Il termine “femminicidio” indica ogni forma di violenza commessa da un uomo su una donna in quanto donna: stupri, violenze e abusi fisici, molestie, persecuzioni, ecc.

La violenza degli uomini sulle donne è frutto della cultura e del sistema patriarcale.
Serve a mantenere le donne sottomesse ed a punire e a riappropriarsi delle lesbiche. Leggi tutto “Manifesto di lotta contro la violenza maschile sulle donne”

Violenza sulle donne e violenza sulla terra: Val di Susa

Ecco i nostri racconti della due giorni in Val Susa organizzata da DonneInMovimento (Bussoleno, 17-18 nov):
ascolta quello di Olga e Sylvie [dura 20′]
e ascolta quello di Daria [dura 14′]

Leggi anche i contributi delle compagne di Medea di Torino:
Qualche riflessione al ritorno dalla due giorni valsusina
La Valle ci dà forza, le donne danno forza alla Valle!
e leggi il report delle compagne dell’MFPR:
No Tav e giornata internazionale contro la violenza sulle donne


Di seguito il report delle DonneInMovimento:
Violenza sulle donne e violenza sulla terra
Questo il titolo della due giorni che le DonneInMovimento hanno (abbiamo) organizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne tra Bussoleno, Chianocco e Chiomonte. Una due giorni che aveva l’ambizione di essere un’iniziativa di genere nell’ambito della lotta valsusina alla Torino-Lione. Il merito del successo (perché è stato un successo) va a tutte le donne che si sono impegnate in prima persona affinché la manifestazione fosse completa e accogliente Leggi tutto “Violenza sulle donne e violenza sulla terra: Val di Susa”