Bologna: ennesimo episodio di sessismo nel movimento

Ascolta il comunicato delle compagne lesbiche e femministe del Fronte di Liberazione Femminista e Lesbico, che denunciano un episodio di sessismo avvenuto all’Iqbal Masiq, circolo culturale dove si incontrano diverse realtà di movimento a Bologna [dura 4′]
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Resoconto del Fronte di Liberazione Femminista e Lesbico di Bologna sui fatti accaduti all’Iqbal

Il F.L.F.L. è un collettivo di compagne che da dicembre 2012 ha deciso di intraprendere un percorso antisessista partendo dal sessismo presente nel movimento, a seguito di diversi episodi che si sono succeduti nel tempo e che ci hanno trovate impreparate. Questo collettivo è nato all’Iqbal, uno spazio presente a Bologna da 30 anni dove diversi gruppi hanno trovato spazio per assemblee e iniziative.

Sapevamo sin dall’inizio che sarebbe stato difficile agire e farsi ascoltare dai compagni e dalle compagne non interessate a questo percorso, sapevamo di essere semplicemente tollerate.

Durante i nostri incontri siamo riuscite a discutere a volte fino alle 3 di notte, evidentemente c’era la voglia di tirare fuori una montagna di questioni in attesa di essere affrontate.

Decidiamo subito di fare come prima cosa un manifesto contro i molestatori da appendere sui muri del posto. Nel frattempo una delle compagne viene molestata verbalmente con tanto di pacca sul culo da un assiduo frequentatore dello spazio, non militante. La compagna in questione ne parla al collettivo femminista e propone la lettura di una lettera proprio la sera in cui avrebbe dovuto cantare con il gruppo dell’Iqbal, il 2 febbraio. La lettera era semplicemente un invito a cambiare atteggiamento, una comunicazione ironica che tra l’altro era in difesa dell’Iqbal. Era una linea morbida e non di attacco verso lo stronzo. Decidiamo anche di informare quelli che sarebbero stati al bar quella sera a gestire la serata e di non comunicarlo al collettivo di gestione dello spazio anche perché ufficialmente si era dichiarato antisessista, decidendo che quelli del bar si dovevano occupare di cacciare i molestatori.

Sabato 2 febbraio siamo state attaccate in modo bestiale da diversi “compagni/e” nel momento in cui abbiamo comunicato al bar le nostre intenzioni. Sono volate accuse e offese. L’ex presidente (prima era un Arci) dello spazio, amico del molestatore, ha messo in dubbio la parola della compagna molestata (lui era presente la sera della molestia!!!), l’ha accusata di aver dato troppa confidenza allo stronzo e ha minimizzato il tutto. Un’altra “compagna anarchica” è passata direttamente alle offese (stronza! Che cazzo dici? Ma vi siete chieste perché è successo a lei e non a me?), insomma un muro di cieca ostilità. Il molestatore è stato difeso fisicamente da alcuni/e compagni/e nonostante rivendicasse i suoi comportamenti e tentasse di riproporli in quel momento. Noi compagne siamo uscite fuori, il gruppo ha iniziato il concerto come se nulla fosse successo appoggiando con il suo silenzio le parole del suo leader (sempre l’ex presidente): “Chi non crede nell’Iqbal può anche andare via” e lo stronzo è rimasto dentro finché un suo amico non l’ha portato via.

Il mercoledì successivo ci siamo presentate al collettivo per tentare un dialogo ma il tentativo è stato vano, anzi siamo state sottoposte a processo. L’assemblea è stata introdotta dall’ex presidente dello spazio che candidamente ha dichiarato di aver invitato molto democraticamente lo stronzo a intervenire in sua difesa. Ha ammesso anche  di aver detto che la compagna molestata aveva dato troppa confidenza allo stronzo. Nessuno ha commentato questa posizione inaccettabile, nessuno/a ha commentato questa posizione intrisa di sessismo quanto lo potrebbe essere la difesa dell’avvocato di uno stupratore in tribunale (è bionda, è avvenente, aveva la minigonna, se l’è cercata!!!). La maggior parte degli interventi ha messo in discussione il metodo e la reazione della compagna. E cosa ancora più grave durante tutto il corso dell’assemblea un gruppetto di amici e di amiche del molestatore hanno continuato a insultare, interrompere, ammiccare, fare battutine insulse e a mettere in dubbio la molestia. Un gruppo di persone che nulla hanno da offrire  al posto se non i soldi per le bevute. Su una cinquantina di persone presenti solo in pochissimi si sono mostrati solidali e solo un compagno alla fine, era ormai l’una di notte, ha posto a tutti e a tutte la domanda tanto attesa: “Come ci comportiamo ora con il molestatore?”. Ma ormai le bocche avevano già sparato tutto il veleno che avevano dentro ed erano quasi tutte al bancone a bere, nonostante ci fosse ancora un mezzo cerchio.

A seguito di questi eventi il collettivo del F.L.F.L. ha deciso di non incontrarsi più all’Iqbal ma di continuare a trovarsi per discutere, organizzarsi e crescere al suo interno come nelle piazze.

L’analisi più approfondita della situazione come le azioni da intraprendere le costruiremo ragionandoci insieme dandoci il tempo perché tutte possano esprimere il loro pensiero.

Le compagne del Fronte di Liberazione Femminista e Lesbico