Istambul: la resistenza di piazza Taksim

Ascolta una compagna per aggiornamenti sulle mobilitazioni [dura 2’30”]

 

Ecco il racconto che ci ha mandato una compagna turca.
ciao raga’,
sto a Gezi, sono arrivata stasera.
Oggi ci sono stati degli scontri e si è fatto un appello per incontrarci alle 19. Io sono arrivata verso le 20 per trovare le femministe e parlare in diretta con ror. Ma in pochi minuti hanno sparato una ventina di lacrimogeni, il team con i guanti gli ha ributtati indietro. La gente ha fatto un po’ di panico. Mi hanno spinto lontano dalla piazza verso dentro il parco. Avevo già una maschera antipolvere e degli occhialini da mare, ma per un attimo non sono riuscita a respirare. C’era tanta gente con lo spray pronto soccorso e mi hanno pulito occhi e faccia.
Ho ritrovato le femministe e i femministi. Mi hanno dato un berretto. Ci siamo fermati un bel po’ dentro il parco, ogni tanto sentivamo le bombe sonore e i lacrimogeni nelle vicinanze. Man mano ci siamo dovuti allontanare dalla piazza Taksim, verso il nord est del parco, verso Harbiye, Cumhuriyet caddesi. Lì, abbiamo sentito che Erdogan e Gul hanno finito di parlare e hanno deciso di sgomberare il parco Gezi a qualsiasi costo, Erdogan ha detto che lascerà andare chi vuole e non importa che succede a quelli che rimangono.
Siamo arrivati davanti all’albergo Divan, che fa usare il suo atrio come pronto soccorso. Abbiamo visto le fiamme nel parco. Abbiamo sentito che le tende nel parco sono state bruciatie. Ci siamo recati in un locale per bagno e wifi. Tra poco riscendiamo. Arrivano le notizie che c’è ancora gente che sta seduta tranquillamente, le fiamme sono finite.
Ritorniamo nel parco Gezi.
Abbiamo sentito che nel quartiere Gazi (quartiere molto politico con minoranze alevi, a 20 km da qui) 70mila persone hanno bloccato l’autostrada principale che porta al secondo ponte. Ci ha migliorato l’umore.
Ragazze/i qui dicono che sono molto sorpresi che nessuno si allontana 🙂
Dei csa di Bologna fanno un evento di sostegno. Organizzatevi. Daje!