Pinar libera, stato turco assassino!
sabato 26 gennaio h 14: andiamo tutte sotto l’ambasciata turca, via Palestro 28, Roma
L’udienza del 24 gennaio 2013 del processo contro Pinar Selek è stata una grande farsa.
Gli avvocati di Pinar hanno strenuamente dibattuto e dimostrato l’illegittimità della riapertura del processo contro Pinar, ma la 12° Corte penale di Istanbul ha voluto condannare la sociologa e militante femminista e anti-militarista Pinar Selek all’ergastolo, con conseguente mandato d’arresto.
Ricordiamo che il 22 novembre 2012 era stata richiesta la riapertura del processo che aveva avuto già tre assoluzioni di cui l’ultima nel 2011, la quale sarebbe dovuta essere per la legge turca conclusiva. La questione principale discussa nella udienza del 24 gennaio è stata proprio quella dell’illegittimità della riapertura del processo.Tutto questo è accaduto davanti ad un collegio di più di 50 avvocati e
ad un gruppo di osservatori locali e internazionali e con grande risonanza mediatica.
Nonostante questo e nonostante che al processo non siano stati aggiunti nuovi elementi oltre a quelli già confutati dalle assoluzioni precedenti, la Corte penale ha da subito rifiutato di accogliere la richiesta degli avvocati di non riapertura del caso, per arrivare direttamente ad una condanna definitiva di carcere a vita.
Una punizione esemplare che conclude un processo tutto politico.
Attraverso lo strumento dell’arbitrio giudiziario e del carcere, lo stato turco reprime le lotte sociali e “educa” al silenzio tutte le voci che rivendicano la libertà di scegliere decidere e autodeterminare la propria vita.
Attraverso lo strumento dell’arbitrio giudiziario e del carcere, lo stato turco vuole rompere la solidarietà tra i diversi soggetti sociali in lotta che, come Pinar, nel proprio discutere scrivere agire insieme, mettono in discussione l’ideologia e l’articolazione dello Stato militare.
Pinar viene perseguitata perché non ha mai smesso di lottare contro ilpatriarcato, il militarismo e la violenza dello Stato turco, nonostante volessero intimidirla e ridurla al silenzio proprio con la minaccia di una pena esemplare.
La sua lotta è la lotta di tutte noi, la solidarietà è la nostra forza!
Pinar libera, tutte e tutti liberi!
compagne femministe e lesbiche
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