Corrispondenze dalla Turchia

Aggiornamento sulla situazione in Turchia (4 giugno 2013)
Ascolta la narrazione di un altro giorno di proteste ad Istanbul, piazza Taksim è del popolo!
Altre corrispondenze da Radio Onda Rossa:

 

Istanbul: attacco all’università e alle case (3 giugno 2013)

Ascolta e guarda il video

Questo è cosa succedeva circa 3 ore fa a Besiktas.
Tornata da un’oretta e mezza. Vediamo a casa con amici, i video, i tweet e gli aggiornamenti dei giornali mainstream con aria mesta.Taksim piovosa ed elettrica. Ci avviciniamo alla discesa per Gumussuyu, c’è un manipolo di gente attorno a 2 ragazze che parlano agitate invitando tutti a non scendere. La polizia ha cominciato a “bombardare” gli studenti asserragliati nell’università di Bahcesehir. Come potete vedere nel video.
Qui altre foto della situazione.

L’altra notizia è che una barricata della polizia blocca il primo ponte sul Bosforo:
Questo dovrebbe impedire cordoni di solidarietà e passaggi vietati da una sponda all’altra.
La situazione sembra esplodere. La protesta è oramai allargata a macchia d’olio. Ad Ankara come Adana e Izmir. Poca differenza sia nell’intensità delle proteste che nella risposta repressiva delle forze dell’ordine.
Le ragazze che diffondono le notizie a Taksim sulla situazione di Besiktas sembrano in preda all’ansia e pregano gli astanti di non scendere, di non disperdersi, di mantenere la lucidità limitando l’uso di alcolici e non commettendo imprudenze. C’è bisogno di dottori e chiedono ai passanti se fra di loro c’è qualche dottore che possa andare giù. Ma che nessun altro vada.
Quando sei fuori e non hai la possibilità di controllare cosa succede altrove provi una sensazione di spaesamento e inadeguatezza. Ci sentiamo tristi e seriamente preoccupati. Non scherzano qui e la prima associazione mentale che viene a tutti noi (sono con 2 amici che ieri erano a Besiktas, mentre di nuovo la polizia attaccava, ma la folla rispondeva prendendo possesso di un mezzo cingolato!) è con Bolzaneto e la scuola Diaz.
Ci starà prendendo la paranoia o è una normale reazione a giorni in cui la mente (e il corpo) è stata occupata solo da questi eventi? Anyway. L’unica cosa sensata è tornare a casa. Forse a Taksim succede qualcosa o forse no ma, stasera, la situazione sembra sfuggire al controllo.
Vi lascio con gli slogan più gridati in questi giorni:
Governo dimettiti!
Uniti contro il fascismo (spalla a spalla)
Media venduti
Alla festa nel parco la gente ha scritto sulla terra, usando mattonelle rotte: Taksim halkindir- Taksim è del popolo.

 

Corrispondenza da Istanbul (1 giugno 2013)

Ascolta il collegamento con una compagna che ci racconta le proteste cresciute in questi giorni ad Istanbul e in tutta la Turchia contro le politiche del premier Erdogan e la repressione violenta della polizia. Un’enorme partecipazione popolare alle rivolte che di certo non si ferma di fronte agli arresti e alle violenze, ma cresce ogni giorno di più.